Una delle figure professionali che, negli ultimi tempi, sentiamo nominare sempre più spesso è quella dell’osteopata. Non tutti però hanno ancora chiaro quale sia il suo mestiere e, soprattutto, di cosa si occupi con precisione.
L’osteopata, per definizione, lavora sul corpo umano per riportare l’equilibrio sul versante articolare, viscerale e fasciale. Per ottenere questo obiettivo stimola e facilita i meccanismi di autoregolazione del corpo umano sfruttando la fisiologia e l’energia. Molta gente si rivolge all’osteopata per ritrovare il proprio benessere fisico e, in alcuni casi, mentale.
Cosa fa l’osteopata
La visita iniziale con un osteopata si apre, solitamente, con quella che è l’analisi del principale disturbo di salute di cui soffre il paziente per andare, in un secondo tempo, a cercare quelle che sono le lesioni osteopatiche implicate.
Un osteopata bravo è in grado di trovare quelle che sono le barriere che impediscono la totale mobilità ed elasticità del corpo umano e che, nei casi più gravi, ne possono addirittura limitare le funzioni fisiologiche. Il suo lavoro verrà svolto esclusivamente con l’utilizzo delle mani attraverso delle tecniche strutturali o funzionali su legamenti, muscoli, ossa e tutte quelle parti interessate dal problema.
L’intervento dell’osteopata è limitato alle lesioni reversibili, quindi non ci si può rivolgere a lui in caso di fratture e, soprattutto, di malattie molto gravi che possano portare alla perdita della vita del paziente.
Gli osteopati operano spesso all’interno di laboratori, da soli o con altre figure sanitarie, a seconda del tipo di specializzazione di cui si è in possesso (ortopedia, pediatria, oculistica…).
Come si diventa osteopata
Per poter svolgere l’attività di osteopata è obbligatorio aver svolto un percorso formativo di almeno sei anni che include lo studio di alcune scienze mediche di base come anatomia, patologia, fisiologia, biomeccanica, biochimica, biofisica, embriologia, istologia, neurologia e altre.
In Italia, il Ministero della Salute non rilascia alcuna abilitazione per svolgere la professione di osteopata, in quanto la pratica è abilitante solo se la persona interessata è in possesso di un altro titolo riconosciuto come quello di chirurgo e fisioterapista ad esempio.
Purtroppo questa condizione fa in modo che l’osteopata non sia tutelato, come figura professionale, dalla legge e che, quindi, chiunque possa paradossalmente praticarla anche senza averne i titoli necessari. Per questo motivo esistono numerose associazioni che uniscono gli osteopati in possesso degli studi necessari, di cui la più grande e importante è il Consiglio Superiore di Osteopatia.
Negli altri paesi la situazione è diversa: ad esempio negli Stati Uniti l’osteopatia è presente dal 1991 nella sanità pubblica. A livello europeo sono molte le differenze da paese a paese.
Le origini dell’osteopatia
I principio base dell’osteopata è quello per cui il cattivo funzionamento dei vasi sanguigni e dei nervi sia da ricercare nelle deformazioni di alcuni settori scheletrici: motivo dell’insorgere di numerose malattie.
Per questo motivo l’osteopata agisce su quella che è l’autoguarigione del corpo, messa in moto dalla manipolazione effettuata sullo scheletro, sui muscoli e sui legamenti.
Il fondatore riconosciuto dell’osteopatia è Andrew Taylor Still, nato nel 1828. Still fondò, nel 1892, il primo Collegio di Osteopatia e nel 1913 nacque il Still Research Institute.
Curiosità sull’osteopatia
Nel 1874, dopo una decina di anni di studio, Andrew Still presenta per la prima volta il suo lavoro alla Baker University, una struttura che lui stesso aveva contribuito a costruire, ma la sua proposta non viene assolutamente considerata.
Still viene schernito e allontanato dai medici locali, e anche ostacolato da amici e persino escluso dalla chiesa metodista a cui apparteneva. Ma Still persevera, e dopo anni di pratica e di risultati positivi, la sua reputazione di medico osteopata, o meglio “aggiustaossa”, supera le frontiere.
Tuttavia, dopo le continue denigrazioni subite, gli è difficile trovare giovani medici pronti a condividere le sue idee. In una tale situazione, i suoi primi assistenti sono i suoi cinque figli.